Ciao a tutti,
in Giappone è appena terminata la cosiddetta
Golden Week, ovvero 5 giorni di pausa lavorativa per queste instancabili api operaie asiatiche. Questi giorni di vacanza sono coincisi con l'arrivo (finalmente) della bella stagione - anche se è già previsto un nuovo calo della temperatura. Sì, perchè dovete sapere che Aprile è stato caratterizzato da freddo intenso (un paio di settimane fa ha persino nevicato) e pioggia ininterrotta.
Sabato scorso ho approfittato della bella giornata per fare un po' di pulizie la mattina, mentre nel pomeriggio ho fatto un giro del vicinato e ho scoperto un bel parco nei pressi del dormitorio, dove ho passato qualche ora distesa sull'erba.
Domenica e lunedì li ho passati a studiare - faticosamente- mentre ieri e l'altro ieri sono andata con Kosuke e sua sorella alle
Onsen (terme) --> http://it.wikipedia.org/wiki/Onsen.

E' stata la mia seconda esperienza termale in Giappone; c'ero già stata i primi giorni del 2008, durante le vacanze natalizie, nei pressi del monte Fuji. Questa volta, invece, siamo partiti alla volta della penisola di Izu, a qualche ora di macchina dalla capitale. Ci siamo dati appuntamento alla stazione di Shinjuku, abbiamo affittato un auto e abbiamo iniziato la nostra avventura fuori porta.
Il viaggio d'andata è stato lunghissimo, perchè per metà l'abbiamo fatto uscendo dall'autostrada e percorrendo strade normali. I due miei compagni volevano mangiare in un ristorante che avevano scovato in una guida turistica, che poi si è rivelato essere un posto come tanti altri, caro e strapieno di turisti.
Comunque, proseguiamo e arriviamo all'alba delle 5 di pomeriggio al nostro alberghetto in stile tradizionale, in mezzo alla natura giapponese, in un paesello dimenticato da Dio. Facciamo rifornimento di stuzzichini e sake (bisognerà pure festeggiare l'evento) al negozio aperto 24h e depositiamo le valigie nella camera di tatami che spartiremo in tre. Ho scattato qualche foto degli interni, anche se l'immagine della vasca termale è presa dal web ( è vietato fare foto, dato che la gente ci sguazza nuda).


Dopo aver posato le valigie, ci siamo cambiati e abbiamo indossato lo
yukata, quindi ci siamo diretti alle vasche termali (ovviamente divise per sesso). L'acqua è generalmente più calda di quella degli stabilimenti italiani, e ci si immerge solo dopo essersi abbondantemente insaponati e risciaquati nell'anticamera. Una mezzoretta ammollo e poi la tipica cena alla giapponese, con innumerevoli, piccole portate, prevalentemente a base di verdure e pesce.
La serata è passata all'insegna della tranquillità, tra due chiacchiere e un bicchierino di liquore, e si è conclusa con un bagno di mezzanotte.
La mattina successiva, dopo colazione, siamo andati a visitare delle cascate nelle vicinanze dell'albergo, con la cui acqua vengono irrigate delle piantagioni di
wasabi (rafano giapponese, famoso accompagnamento del sushi e del sashimi). Non sapevo che questa verdura crescesse spontaneamente lungo i fiumi e che necessitasse di un flusso di acqua continua.

Risalendo il sentiero delle cascate abbiamo fatto sosta a un chiosco che vendeva gelato al gusto di wasabi: di primo acchito la combinazione gelato + wasabi stonava abbastanza, ma poi quando l'ho assaggiato il sapore dolce e al contempo piccante mi ha conquistato!!
All'ora di pranzo abbiamo deciso di prendere la strada del ritorno, ma facendo tappa al mare, data la bellissima giornata (28 gradi!). Siamo arrivati sulle coste dell'Oceano Pacifico, non troppo distanti da Tokyo, sulle due di pomeriggio. Abbiamo preso dei panini take away con l'intenzione di gustarceli in riva al mare, ma..... la tranquilla siesta si è ben presto trasformata in un film dell'orrore. La spiaggia era piena, oltre che di persone, di volatili e rapaci di notevoli dimensioni - parlo di corvi e di aquile - che volavano a bassa quota in cerca di cibo.
Nell'arco di 10 minuti un'aquila ha letteralmente strappato di mano il panino a Yuko, urlante dallo spavento e un'altra ha rovesciato il contenitore dell'insalata di Kosuke. Ecco perchè li chiamano predatori :S Non mi era mai capitato di sentire i capelli sfiorati dalle piume di un'aquila!!
Insomma, l'unica che è riuscita a finire il pranzo in santa pace è la sottoscritta che, furbescamente, ha mangiato accovacciata, proteggendo il panino con il suo stesso corpo :P
Comunque, tutto è bene quel che finisce bene, e i nostri prodi se ne tornarono a casa stanchi ma felici. Per tutte le foto del viaggio e dell'albergo, rimando alla mia pagina facebook, dove ho creato un album apposito.Alla prossima!