Cari amici, ben ritrovati nel mio nuovo blog.
Ho pensato di crearne uno ex-novo, dato che sento che questo nuovo soggiorno sarà piuttosto differente da quello di due anni fa: non sono più una studentessa, ora mi pagano per stare qui (???), ora non è più un soggiorno di semplice studio, ma si tratta di capire meglio cosa vorrò fare "da grande".
Cosa significa il titolo del blog? Beh, Edo è l'antico nome con cui veniva chiamata la capitale del Giappone; ho scelto il termine "pianeta" perchè, come sapranno coloro che hanno avuto la possibilità di visitare questa terra, il Giappone a volte sembra così distante da tutto ciò che conosciamo che quasi sembra di atterrare in un luogo extra-terrestre.
Torniamo a noi: sebbene siano passati pochi giorni dal mio arrivo, ci sono parecchie cose da raccontare, tanto che forse le dividerò in più post.
Iniziamo dall'avventuroso viaggio aereo, di cui forse ancora nessuno di voi sa i dettagli con esattezza. Ho volato con Lufthansa, ottima compagnia in realtà: i pasti sono stati ottimi, il servizio buono, finalmente ho guardato Avatar (ho fatto dunque bene a non andarlo a vedere al cinema, risparmiando qualche soldino) che tra l'altro è stato utile per impegnarmi 3 ore di viaggio. Proprio mentre guardavo il film con le cuffiette e la copertina, all'improvviso qualcosa/(qualcuno?) mi crolla letteralmente addosso, rovesciando l'acqua poggiata sul tavolino. Insomma, per farla breve una donna giapponese ha avuto un malore, è svenuta crollandomi addosso e sbattendo la testa sul sedile davanti a me. La scena successiva è questa: la donna accasciata nel corridoio di fianco a me, stordita, io che mi alzo subito e le chiedo in giapponese cos'è successo, dove le fa male ecc. Ovviamente nessuno si era alzato per soccorrerla, la testa le sanguina, mi chiede di bere dell'acqua. Finalmente una tizia seduta lì vicino si decide a suonare il campanello per la chiamata dello staff, e finalmente la poverina viene soccorsa (se ne starà poi sdraiata a gambe all'aria per più di un'ora nella zona riservata al personale).
Ma passiamo al climax del viaggio, che corrisponde alla discesa verso il suolo nipponico. La fase di atterraggio inizia con qualche vuoto d'aria (ovviamente la colazione era appena stata servita:S), e io penso che ho conosciuto piloti migliori. Un gruppo di ragazzini giapponesi in gita, ad ogni vuoto d'aria, ridendo urla "woooo". Poi una caduta di 100 metri in un colpo solo, e le risatine cessano. Io penso "ora vomito qui", e spero che sia l'ultima.. ma invece no. Più ci avviciniamo a terra, più la situazione si fa pesante, mi attacco al sedile davanti e mi concentro facendo lunghi respiri. Panico generale, ma composto all'interno dell'aeromobile. Getto lo sguardo fuori dal finestrino, vedo che non siamo esattamente paralleli alla pista.. penso "accipicchia, ma quell'albero come mai è tutto obliquo?!". A pochi metri dal suolo, l'ala destra dell'aereo è totalmente inclinata, e la prima immagine che mi balza in mente non è delle più ottimistiche :S
Con il carrello delle ruote già disceso, di colpo l'aereo riprende quota in maniera vertiginosa, in pochi minuti siamo di nuovo a 10 mila piedi d'altezza.. dopo pochi istanti il pilota esordisce con: "come avrete notato è fallito l'atterraggio a causa di condizioni climatiche estremamente instabili, per cui abbiamo deciso di atterrare all'aeroporto di Osaka e lì aspetteremo nuove direttive". "Perfetto", penso, "chissà come ci fanno arrivare a Tokyo ora..". In definitiva, un viaggio di 11 ore si è trasformato in uno di 16, con 4 ore d'attesa dentro l'aereo, fermo, sulla pista dell'aeroporto di Osaka. Intrappolati nell'abitacolo senza poter uscire.
L'arrivo era previsto per le 10.15 di mattina, ma alle 17 eravamo ancora dentro l'aeroporto di Narita. Tra parentesi alla stessa ora avrei dovuto essere alla riunione per l'orientamento del mio dormitorio, che ovviamente ho perso.
Conclusione: arrivo effettivo a destinazione alle ore 19.30, due giorni senza dormire, 30 kg di bagaglio su e giù da treni e.... un pulitissimo dormitorio ad aspettarmi.
Ma questa è un'altra avventura, a cui dedicherò un disgustosissimo post:)
Au revoir, amatissimi lettori :*
stessa cosa. 1998, USA, atterraggio a Richmond invece che a Washington. 7 ore fermi in aereo.
RispondiEliminaWelcome. E vaffanculo anche.
see ya. L.
Che inizio "andrenalinico"!... Che sia il presagio di un soggiorno molto avventuroso? In senso positivo eh, ci mancherebbe!! XD
RispondiEliminaTutti noi abbiamo a disposizione un disastro aereo sfiorato, il tuo te lo sei giocato in questo viaggio. Poteva andare peggio.
RispondiEliminahttp://www.amtrek.net/gallery/aircrash.jpg
e no, chi commenta non credo possa mettere foto.
un ottimo inizio, almeno hai visto avatar gratis suvvia :D
RispondiEliminaposterai qualche foto del dormitorio vero?
*
che ansia. so su cosa verteranno i miei incubi stanotte. :D
RispondiEliminaal prossimo post
Pe'bacco che inizio al fulmicotone! tutta colpa di sta maledetta primavera che le la tira troppo per palesarsi in Giappone!
RispondiEliminaCmq, ma dove stai a Tokyo?
Io son qui fino al 19!
Allora sei in Giappone per lavoro! E non per fare un PhD. Looking forward to more posts! Salutami Fujita san se lo vedi..
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